Hai prestato una consulenza professionale e il cliente non ti paga? Non sei il solo! Purtroppo, si tratta di un fenomeno molto frequente.
In questo periodo di crisi economica, per qualunque professionista diventa davvero difficile ottenere il pagamento della propria parcella professionale e il rischio di non riuscire a pagare le spese correnti dello studio è molto alto.
E a dire il vero, il problema non è affatto nuovo. Anche in tempi meno difficili di quelli attuali, quando si era ancora lontani dall’attuale crisi economica e finanziaria, farsi pagare i propri onorari non è mai stato semplice.
Dopo avere effettuato la prestazione professionale ed emesso la parcella (o parcella proforma), a parte qualche raro caso di reale situazione oggettiva, molto spesso il cliente si dilegua con le più svariate scuse (crisi economica, lavoro non soddisfacente, momentaneo periodo di difficoltà finanziaria, ho dimenticato il blocchetto degli assegni a casa, passerò domani, etc…).
E così, per evitare che quanto dovuto dal cliente per l’opera professionale prestata non vada del tutto perduto è necessario che il professionista solleciti il pagamento delle proprie prestazioni professionali.
Il termine per fare ciò è assai ristretto. Il termine di prescrizione delle parcelle dei professionisti è tre anni. Trascorso tale termine, il cliente, alla richiesta di pagamento da parte del professionista, può rifiutarsi di adempiere.
A questo punto, al professionista non resta che ricorrere ai ferri corti e attivare tutte le procedure per il recupero del proprio credito. Il problema è che, il più delle volte, le azioni legali hanno tempi biblici e alla fine, se la cifra in palio è modesta, molti creditori pensano che il gioco non valga la candela.
Ma c’è una novità di queste ultime settimane. Il governo, ha approvato il DDL n. 102 del 29 gennaio scorso, una specie di statuto dei lavoratori autonomi, che fornisce una serie di definizioni di clausole e condotte abusive per tutelare i lavoratori autonomi, i liberi professionisti e i collaboratori.
In pratica, il DDL contiene diverse tutele a favore dei professionisti. Tra queste, una in particolare prevede che le fatture emesse dal professionista, le prestazioni dei titolari di contratto di collaborazione (co.co.co) e in generale le fatture di tutti i soggetti titolari di partita IVA diversi da imprese debbano essere pagate al massimo entro 60 giorni dalla loro emissione.
Un termine superiore eventualmente stabilito in contratto sarà considerato nullo in quanto clausola abusiva. Insomma si tratterebbe di una bella novità che può interessare l’ampia platea dei professionisti italiani.
Inoltre, il contratto di lavoro autonomo dovrà necessariamente avere forma scritta e, pertanto, si considera abusivo il rifiuto del committente di stipulare il contratto in forma diversa da quella scritta.
Con questo DDL, l’obiettivo del governo è quello di tutelare tutti quei lavoratori che non hanno un tradizionale contratto di lavoro dipendente ma lavorano come liberi professionisti o con contratti di collaborazione.
Non mancano però le critiche da parte di alcune associazioni di categoria che, in più occasioni, hanno manifestato tutta la loro delusione verso un provvedimento che ancora una volta pretende di introdurre delle regole nel lavoro dei professionisti senza dare dovuto ascolto a chi veramente opera nel settore e ha veramente voce in capitolo.
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN