Partecipazione dei Comuni all’attività di accertamento dei tributi erariali: protocollo d’intesa con l’Agenzia Entrate

Con il Comunicato Stampa congiunto dell’8 febbraio 2018 l’Agenzia delle Entrate ha reso noto di aver firmato un nuovo protocollo d’intesa siglato con Guardia di Finanza, Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale). Vediamo di cosa si tratta.

L’obiettivo del protocollo è quello di “dare una nuova spinta alla partecipazione degli Enti locali all’accertamento dei tributi erariali, consolidando i risultati già raggiunti fino a oggi e implementando strumenti e azioni che possano favorirla e accelerarla nei prossimi anni”.

L’attuale processo di partecipazione dei Comuni all’attività di accertamento dei tributi statali è, disciplinato dall’articolo 1 del decreto-legge 203/2005 ed è stato reso operativo mediante i provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle entrate del 3 dicembre 2007, del 26 novembre 2008 e da ultimo, del 29 maggio 2012.

Da svariati anni l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza condividono non solo le loro banche dati, ma soprattutto le proprie competenze specifiche con i Comuni aderenti ad apposite convenzioni, consentendo agli stessi di intercettare e di segnalare i comportamenti evasivi più gravi nei vari ambiti  in cui operano: commercio e professioni, urbanistica e territorio, proprietà edilizie, patrimonio immobiliare, affitti “in nero”, residenze fittizie all’estero e disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva.

Il nuovo protocollo triennale prevede i seguenti punti chiave:

  • segnalazioni qualificate, per evidenziare comportamenti potenzialmente elusivi o evasivi;
  • formazione mirata con l’utilizzo delle “best practice” e delle nuove tecnologie;
  • rafforzamento della rete dei referenti a livello territoriale che lavoreranno in sinergia in ogni fase del processo;
  • coordinamento e indirizzo strategico-operativo da parte del gruppo di lavoro.

Ai fini del raggiungimento di un adeguato livello qualitativo delle segnalazioni da parte degli enti locali è necessario procedere:

  • mediante la realizzazione di un’accurata attività di formazione del personale di tutti gli enti coinvolti;
  • con l’individuazione di una check list di fatti, elementi, informazioni che consentano di predisporre segnalazioni qualificate direttamente utilizzabili per evidenziare comportamenti potenzialmente elusivi o evasivi;
  • con l’implementazione/diffusione delle best practice (buone pratiche individuate sul territorio), al fine di migliorare le procedure di selezione e di analisi per una corretta elaborazione dei profili e dei comportamenti a rischio, ovvero, potenzialmente elusivi o evasivi.

Altra leva fondamentale sarà costituita dal rafforzamento del team antievasione, un gruppo di lavoro costituito da esperti di tutti gli Enti firmatari, specializzati nei processi di verifica e accertamento comunale ed erariale, di banche dati e informatica, che contribuirà, con incontri periodici dedicati, a definire le linee guida e le strategie operative per realizzare gli obiettivi dell’intesa.

Anche il rafforzamento della rete dei referenti è un obiettivo del nuovo protocollo d’intesa sottoscritto, fondamentale per il coordinamento delle attività a livello territoriale, per la conoscenza e il corretto utilizzo del patrimonio informativo a disposizione degli Enti locali, per la conduzione dei piani specifici di formazione, per lo sviluppo di processi di analisi del rischio mediante l’incrocio delle banche dati a disposizione nonché per un costante confronto sullo stato di lavorazione delle segnalazioni al fine di migliorarne, progressivamente, la qualità.

Inoltre si rende necessario implementare le basi dati a disposizione degli enti locali, migliorando le modalità di acquisizione delle stesse e monitorando costantemente i risultati della partecipazione dei Comuni all’accertamento, sulla base di informazioni omogenee e di precisi indicatori concordati.

Dunque, si tratta in definitiva di un’azione “di squadra” volta a migliorare la qualità dell’attività operativa con una preparazione tecnica e funzionale sempre più mirata e rafforzata.

Il presente Protocollo avrà la durata di 3 (tre) anni, con possibilità di rinnovo alla scadenza, d’intesa tra le parti e previa verifica dei risultati ed aggiornamento degli obiettivi.

Fabrizio Tortelotti