Dalla proposta di Liberi e Uguali nasce una nuova agevolazione fiscale, già rinominata bonus musica, per favorire lo studio e la pratica della musica presso le relative scuole o i conservatori. Vediamo di cosa si tratta.
Il 30 dicembre 2019 è stata pubblicata la tanto attesa Legge di Bilancio 2020 (Legge 27 dicembre 2019, n. 160), che si prefissa tra gli obiettivi, come specificato dal “Documento programmatico di Bilancio 2020” presentato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, “l’aumento delle risorse destinate all’istruzione e alla ricerca scientifica e tecnologica.”.
Nel mare magnum delle novità introdotte, ve n’è una finalizzata al sostegno dello studio e della pratica della musica. La detrazione del 19% spetterà dall’anno d’imposta in corso alla data del 1° gennaio 2021.
L’agevolazione, che va a modificare l’art. 15 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, è ammessa per l’iscrizione annuale e l’abbonamento a:
- conservatori di musica;
- istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) riconosciute ai sensi della Legge 21 dicembre 1999 nr. 508;
- scuole di musica iscritte ai registri regionali;
- cori, bande e scuole di musica riconosciuti dalla pubblica amministrazione.
È possibile godere del beneficio fiscale anche per le somme pagate nell’interesse di familiari fiscalmente a carico; nello specifico la normativa parla di “ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni”.
La ratio della disposizione è contrastare la povertà educativa minorile, aiutando le famiglie a basso reddito a sostenere i costi per la frequenza delle lezioni di musica dei figli. La Legge di Bilancio chiarisce anche cosa si intende con “basso reddito”: per godere dell’agevolazione il reddito complessivo del contribuente che ha sostenuto la spesa non deve superare i 36.000,00 €.
Infine, è bene tenere in considerazione che le spese per l’iscrizione annuale e l’abbonamento ai corsi di musica possono essere detratte per un importo non superiore a 1.000,00 €.
Riassumendo, quindi, è necessario verificare:
- il reddito complessivo del dichiarante;
- il rispetto del requisito dell’età del ragazzo;
- che l’istituto rientri tra le categorie previste dalla legge.
La disposizione introdotta con la manovra, il cd. “bonus musica”, definisce, pertanto, l’indirizzo che il Governo vuole perseguire, ossia da un lato garantire una maggior eguaglianza sociale aiutando le famiglie a basso reddito, dall’altro promuovere e favorire l’istruzione dei giovani.
Giulia Zanotto – Centro Studi CGN