Niente scadenze e niente adempimenti fiscali oggi per te su Fisco7. Provo a raccontarti quello che è successo a Mauro e allo stesso tempo a proporti una riflessione. A noi cosa interessa maggiormente? Essere un capo oppure essere un leader?
Mauro (nome di fantasia) è un giovane imprenditore che, nel giro di pochi mesi, ha perso la stima e la fiducia dei suoi collaboratori a causa del suo modo di gestire e organizzare il lavoro del suo piccolo gruppo di persone.
Ho ricevuto la telefonata di Mauro, un mercoledì pomeriggio mentre ero al lavoro. “Sono un uomo finito! Non so più come fare”. “Che succede?” rispondo. “Sono in ritardo con le consegne. I miei ragazzi (collaboratori) non mi ascoltano più. Sembra che ognuno di loro in azienda faccia quello che vuole… aiutami”. Conosco Mauro da anni e conosco i suoi pregi e i suoi difetti. Ho intuito subito il problema. Ometto, per ovvie ragioni, il resto della telefonata.
Se vuoi che il tuo team di lavoro ti ascolti e sia produttivo e vuoi veramente fare crescere la tua attività devi conoscere la differenza tra essere un capo ed essere un leader, due parole simili ma che esprimono concetti differenti.
Il capo o il boss è quello che ha il potere decisionale e che impartisce gli ordini che devono essere eseguiti dai suoi collaboratori. Il capo è colui che detta le regole senza minimamente pensare alle esigenze e alle necessità delle persone che collaborano con lui.
Il concetto di capo è quello proprio di una struttura gerarchica che sta ad indicare colui che a vario titolo comanda (perché è il titolare, perché è il più anziano, perché è il depositario del know how, etc). Un capo ordina. Se manca lui, generalmente, tutto si ferma.
Il leader invece può anche avere le stesse responsabilità pratiche di un capo ma a fare la differenza è il modo in cui gestisce e organizza le persone. Leader è la persona che decide di assumersi la responsabilità e diventare punto di riferimento per le persone che lavorano nello stesso gruppo, a prescindere dal ruolo o dalla funzione che riveste.
Essere un leader vuol dire non lagnarsi di ciò che va male e che potrebbe andare meglio, ma migliorare nel concreto l’esperienza di lavoro delle persone diffondendo positività ed entusiasmo. Il leader è uno che dà sempre il buon esempio, anche nelle occasioni in cui commette qualche errore.
Un vero leader riconosce l’importanza del lavoro dei suoi collaboratori e crea le condizioni per raggiungere un obiettivo comune e condiviso, costruendo, con le persone con cui collabora, una squadra forte, coesa e unita.
La grande differenza tra essere un capo ed essere un leader è che il capo ha autorità, il leader ha autorevolezza.
Il concetto di autorità è riferito alla posizione di chi è investito di poteri e funzioni di comando proprie per la funzione o ruolo che riveste, per consenso comune, per legittimazione (io comando perché sono il titolare), per tradizione o per forza propria.
L’autorità si ottiene con l’assunzione di uno status, generalmente acquisito o rilasciato da un’autorità superiore (in forma gerarchica quindi) a prescindere che si abbiano o meno certe capacità o abilità.
Il concetto di autorevolezza è una qualità che viene riconosciuta ad una persona che dimostra di essere competente, consapevole e abile in uno o più ambiti definiti e a chi dimostra di saper coinvolgere e influenzare il comportamento degli altri.
L’autorevolezza si conquista e si ottiene dimostrando costantemente le proprie capacità e competenze costruendo relazioni, trasmettendo valori e principi alle persone, motivando le persone e mettendo cuore e passione.
L’autorevolezza richiede l’abilità di comunicare in modo empatico, di coinvolgere le persone, di ascoltare e comprendere realmente le esigenze altrui, di saper gestire i conflitti e di instaurare rapporti positivi.
Un bella differenza, non credi?
Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN