Il titolare effettivo debutta nel nuovo rigo RU150 dei modelli dichiarativi (Persone Fisiche, Società di persone, Società di capitali, Enti non commerciali) per il periodo d’imposta 2022. Chiariamo come compilare correttamente il rigo, al fine di evitare le sanzioni in caso di eventuale omissione o indicazione non veritiera dei dati.
Per i professionisti che dovranno compilare il predetto rigo, in teoria, l’appuramento dei dati potrebbe essere semplice, anche se riguarda ben tre anni passati e cioè il 2020-2021-2022.
Ciò in quanto:
- per il titolare dell’impresa (anche in forma familiare) e le società di persone, i dati dovrebbero essere già conosciuti dai professionisti che li assistono, all’atto della dichiarazione del cliente rilasciata ai fini degli adempimenti in materia di antiriciclaggio;
- per le società di capitali, i dati dovrebbero già essere disponibili, dato che sin dall’entrata in vigore del D.Lgs.n.90-2017, gli amministratori avrebbero dovuto provvedere a metterli in chiaro per comunicarli ai professionisti di cui si avvalgono, ai fini dell’adeguata verifica della clientela (per es. a commercialisti, esperti contabili, consulenti del lavoro).
Di fatto, però, l’adempimento potrebbe rivelarsi meno semplice del previsto. Innanzi tutto perché non è detto che tutti gli amministratori abbiano provveduto nel tempo ad adempiere alla prescrizione di cui si tratta e, quindi, non è detto che tutte le società abbiano questa documentazione per gli anni pregressi (si pensi per es. ad amministratori inadempienti e ad oggi defunti).
Ancora, si pensi al professionista incaricato di redigere la dichiarazione dei redditi (e quindi anche il quadro RU) che abbia ricevuto l’incarico (e quindi acquisito la dichiarazione del cliente) solo nel 2022 o nel 2021. In questi casi, la società dovrà fornire al professionista intermediario i dati relativi agli anni 2021 e/o 2020 e il professionista potrebbe dover compilare tre moduli (uno per ciascun anno o addirittura di più nel caso di variazioni infrannuali).
Nelle istruzioni alla modulistica fiscale, si legge che la richiesta dei predetti dati deriva da esigenze di tutela degli interessi finanziari dell’UE, al fine di accertare la titolarità effettiva dei destinatari dei fondi e riguarda i crediti d’imposta da indicare della Sezione IV – Parte I con i codici F7 – L1 – L3 – 2L – 3L (rubricata “Dati relativi ai crediti d’imposta per attività di ricerca, sviluppo e innovazione – formazione – investimenti in beni strumentali nel territorio dello Stato”).
Nei modelli dichiarativi 2023, alla richiesta dei dati dei titolari effettivi, si aggiunge quella (eventuale) della fruizione di un’ulteriore sovvenzione, con riferimento agli stessi costi che hanno concorso alla determinazione del credito d’imposta (rigo RU151).
Quindi, un forte legame tra i documenti antiriciclaggio che devono predisporre imprese e professionisti e la redazione del quadro RU, con un aggravio di adempimenti in termini di responsabilità dei dati da comunicare all’Amministrazione finanziaria di non poco conto.
Dott. Rag. Giuseppina Spanò – Palermo