Nuova iniezione di fiducia per le PMI italiane dopo l’approvazione del bonus di 500 mila euro per i costi di quotazione, che vale per le IPO del 2023 ma anche per le società che si sono quotate nel 2022, alzando la precedente soglia di 200 mila euro.
La Legge di Bilancio 2023 ha inoltre approvato il credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per la quotazione in Borsa delle PMI fino al 31 dicembre 2023, disponendo uno stanziamento di 10 milioni di euro. Altra buona notizia, anche lo stanziamento per le IPO 2022 è salito a 10 milioni di euro.
Come afferma Anna Lambiase, CEO di IR Top Consulting e Direttore Scientifico dell’Osservatorio PMI EGM, nel quadriennio 2018-2021, quando per la prima volta è stato introdotto, l’incentivo ha favorito in maniera significativa le quotazioni in Borsa registrando oltre 90 IPO e uno sfruttamento della misura da parte delle PMI di circa 40 milioni.
Il profilo finanziario medio delle 190 società quotate su Euronext Growth Milan fino ad ora presenta ricavi pari a 39,3 milioni di euro, un EBITDA margin del 17% e un indebitamente finanziario netto di 3,8 milioni di euro.
Numeri che dimostrano come il listino azionario delle PMI sia effettivamente rappresentativo della piccola e media impresa su cui poggia l’economia nazionale. Nello specifico i soggetti direttamente interessati dell’incentivo sono le PMI italiane, secondo la definizione dell’Unione Europea che prevede il rispetto dei seguenti parametri: ULA comprese tra 10 e 250; fatturato annuo tra 2 e 50 milioni di euro o totale annuo di bilancio tra 2 e 43 milioni (nel calcolo dei parametri occorre valutare eventuali rapporti di controllo o collegamento societario).
In relazione ai mercati di quotazione target, la norma si riferisce sia ai mercati regolamentati che non regolamentati, come Euronext Growth Milan. EGM si conferma il principale canale di raccolta di capitali per la crescita delle PMI: dal 2009 ad oggi ha accolto 270 società e la raccolta in IPO è stata pari a 5,7 miliardi di euro, segno di un’evoluzione culturale a favore dell’Equity che sta interessando tutti i settori.
EGM si è evoluto incrementando l’eterogeneità settoriale e territoriale delle PMI. In termini di numero di società quotate: il settore più rappresentato è la tecnologia con il 26% (in particolare technology services 17%, health technology 5% ed electronic technology 4%); le regioni più rappresentate sono Lombardia (43%), Lazio (13%) ed Emilia-Romagna (9%).
Secondo le stime di Banca d’Italia sono circa 2.800 le PMI non finanziarie con caratteristiche ampiamente idonee alla quotazione prima della diffusione della pandemia. L’Equity Gap delle PMI Italiane si traduce in un ridotto livello di patrimonializzazione, una forte dipendenza dal canale bancario e una forte incidenza dell’indebitamento a breve termine.
La finanza può seguire il ciclo di vita di una società e il suo percorso di crescita, concretizzando una politica efficace per aumentarne la competitività industriale.
Alice Zaccaron – C&G Capital