Nella realtà attuale, la gestione dei progetti aziendali non procede sempre in modo fluido. Spesso si incappa in incidenti di percorso, ritardi, incomprensioni, errata lettura dei mercati, cattiva gestione delle risorse interne. Per migliorare i processi in modo sostanziale, con l’obiettivo di ridurre l’enorme divario tra il 35% di progetti che vanno a buon fine e il 65% di quelli che non ce la fanno, gli innovatori e le organizzazioni devono investire massivamente nella tecnologia di project management.
Ogni anno vengono investiti circa 48.000 miliardi di dollari in progetti ma il basso livello di maturità delle tecnologie disponibili per la loro gestione li rende per la maggioranza fallimentari.
Un gran numero di aziende e di responsabili di progetto utilizza ancora applicazioni (come fogli di calcolo e slide) che non si sono evolute molto negli ultimi decenni e che non sempre sono adatte a misurare il progresso e il successo di un progetto complesso, in continuo adattamento. La tecnologia in questo caso viene in aiuto ma, se da un lato le applicazioni per la gestione del portafoglio progetti sono migliorate, dall’altro mancano ancora funzionalità di pianificazione e collaborazione tra team, automazione e funzioni intelligenti.
Se l’applicazione dell’intelligenza artificiale e di altre innovazioni tecnologiche pensate in funzione della gestione dei progetti potesse migliorarne la percentuale di successo anche solo del 25%, ciò equivarrebbe a trilioni di dollari di valore e benefici per le organizzazioni e gli individui.
La ricerca dell’ente internazionale Gartner indica che il cambiamento è imminente e prevede che “entro il 2030 l’80% delle attività di project management sarà gestito dall’IA, grazie ai big data, al machine learning (ML) e all’elaborazione del linguaggio naturale”.
Come dovranno comportarsi i manager? Quali aspetti del project management verranno modificati dall’intelligenza artificiale? Di fatto quasi tutti gli aspetti della gestione dei progetti, dalla pianificazione alla gestione dei processi e delle persone, subiranno l’impatto dell’AI: le macchine saranno capaci di rilevare schemi e fare previsioni in modo più accurato rispetto alla capacità umana, cosa che, per esempio, faciliterà l’individuazione dei progetti con maggiore probabilità di successo, escludendo la variabile del pregiudizio umano.
Alcune delle aree più sviluppate nell’automazione della gestione dei progetti sono quella dei rischi, in quanto il machine learning può aiutare i leader e i project manager ad anticipare i rischi che altrimenti potrebbero passare inosservati, e quella degli assistenti virtuali, che permettono ai manager di schedulare con più precisione le mansioni di ciascun dipendente.
Il project manager del futuro dovrà quindi evolversi e coltivare forti soft skills, capacità di leadership, pensiero strategico e acume commerciale. Dovrà anche avere una buona conoscenza delle nuove tecnologie per automatizzare e migliorare la gestione delle attività e ottimizzare il valore degli investimenti nei progetti.
Ma, in qualità di imprenditore, prima di introdurre l’AI in azienda è bene porsi alcune domande.
Sono pronto a dedicare e investire diverse risorse per alcuni mesi per raccogliere e strutturare i dati dei progetti?
Sono disposto a investire nella formazione del project manager su questa nuova tecnologia?
Sono disposto a uscire dalla comfort zone e a cambiare radicalmente il modo in cui gestire i progetti?
Sono disposto a lasciare che questa nuova tecnologia commetta errori mentre impara a funzionare meglio?
I leader senior sono disposti ad aspettare diversi mesi, fino a un anno, per iniziare a vedere i benefici dell’automazione?
Se la risposta a tutte queste domande è sì, allora si è pronti a intraprendere questa trasformazione pionieristica.
Alice Zaccaron – C&G Capital