Dall’Unione Europea arriva la conferma che l’Italia può applicare lo split payment sino al 30 giugno 2026.
Come noto, lo split payment (o scissione dei pagamenti) è un meccanismo che prevede che le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti delle pubbliche amministrazioni, delle fondazioni, delle società controllate o partecipate da pubbliche amministrazioni e delle società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana seguano una tipologia di fatturazione particolare:
- il cedente/prestatore non espone e non addebita l’IVA in fattura, riportando la dicitura “scissione dei pagamenti”;
- il cessionario/committente che riceve la fattura non corrisponde l’IVA al cedente ma effettua il versamento dell’imposta direttamente all’erario.
L’istituto era stato introdotto per contrastare il fenomeno dell’evasione IVA da parte del soggetto attivo che incassava le somme direttamente dagli enti pubblici e in molti casi non provvedeva a riversare l’IVA all’erario.
Trattandosi di una disposizione derogatoria rispetto alla Direttiva 2006/112/CE, la Commissione Europea aveva accettato la richiesta di proroga dell’Italia prima fino al 30 giugno 2020 (con decisione 2017/784 del 25 aprile 2017), poi fino al 30 giugno 2023 (con decisione 2020/1105 del 24 luglio 2020).
Scaduto il termine del 30 giugno, arriva prontamente un altro rinnovo dell’autorizzazione all’utilizzo del meccanismo dello split payment. Con la proposta di decisione n. 342/2023 il Consiglio Europeo ha accettato la richiesta di una terza dilazione. Notizia che era stata già anticipata dal MEF con il comunicato stampa n. 75 del 9 maggio 2023, ove veniva riportato che “il meccanismo – già autorizzato con decisione di esecuzione 2017/784 del Consiglio Ue e successivamente modificata con decisione di esecuzione 2020/1105 del Consiglio Ue – si applica alle operazioni effettuate nei confronti delle pubbliche amministrazioni nonché degli enti pubblici economici e delle fondazioni, delle società controllate o partecipate da pubbliche amministrazioni o da enti e fondazioni e nei confronti di società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana.
Con l’autorizzazione n. 342/2023 la scissione dei pagamenti continuerà ad applicarsi senza soluzione di continuità fino al 30 giugno 2026.
Giovanni Fanni – Centro Studi CGN