Accordi di riservatezza e non divulgazione: cosa sono e come funzionano

Nel panorama competitivo degli affari, dove le idee sono spesso l’elemento chiave del successo, la protezione delle informazioni sensibili, riservate e confidenziali è diventata una priorità imprescindibile. Come ci si può tutelare dal rischio che un’idea venga copiata e compromettere il successo di un’azienda?

Per ovviare a questa problematica sempre più spesso si fa ricorso agli accordi di riservatezza e non divulgazione. Noti anche come NDA (Non-Disclosure Agreement), si tratta di utili strumenti giuridici che consentono a individui e aziende di condividere idee, segreti commerciali e dati sensibili in un ambiente di fiducia e riservatezza.

La confidenzialità, oggi più che mai, è un bene prezioso, e gli accordi di riservatezza possono essere visti come lo scudo che protegge le informazioni riservate dell’azienda, delle innovazioni e delle relazioni strategiche. In questo articolo, scopriremo cosa sono gli accordi di riservatezza, come funzionano e come possono essere utilizzati per salvaguardare informazioni preziose in un mondo sempre più interconnesso e globale.

L’accordo di riservatezza e non divulgazione (o NDA) è un contratto con il quale una parte garantisce all’altra di non rivelare a terzi determinate informazioni o segreti industriali o commerciali di cui venga a conoscenza, in qualsiasi forma.

Gli accordi di riservatezza generalmente vengono stipulati durante una partnership tra aziende, durante le trattative per la conclusione di contratti di trasferimento di tecnologia non brevettata o know how, ma anche nel caso di trasferimento di tecnologie brevettate o nella gestione di progetti comuni tra aziende partner commerciali.

Gli accordi di riservatezza e non divulgazione non sono più una prerogativa esclusiva delle grandi aziende; sempre più imprese anche di piccole dimensioni, start-up e persino professionisti individuali si affidano a tali accordi per proteggere i loro interessi.

Gli esempi non mancano. Un’azienda può trovarsi nelle condizioni di dover fornire a terzi proprie informazioni riservate per motivi che possono variare da caso a caso: la richiesta di una consulenza ad un consulente esterno per permettergli di svolgere l’incarico conferito, l’esposizione di alcune fasi del processo lavorativo di un prodotto ad un fornitore o ad  un cliente, la gestione di un progetto comune con un partner commerciale o il rapporto di lavoro con un dipendente per non fare trapelare le informazioni sensibili al di fuori dell’ambiente di lavoro. E così via.

In tutti questi casi, il contratto di riservatezza e non divulgazione può garantire che le informazioni ritenute confidenziali, le idee, i processi e i dati rivelati da un’impresa a un’altra rimangano segrete e non vengano divulgate a terzi.

Affinché sia efficace, la stipula di un accordo di riservatezza deve contenere alcuni elementi tipici indispensabili come la titolarità delle informazioni che si vogliono condividere, l’elenco e la definizione delle informazioni oggetto di trasmissione, l’impegno alla non divulgazione; lo scopo per il quale le informazioni ritenute riservate vengono condivise tra le parti, la validità temporale dell’obbligo di riservatezza, la determinazione di una penale nel caso di violazione dell’accordo e l’individuazione del giudice competente nel caso di controversie.

Particolare attenzione deve essere data agli obblighi che derivano dagli accordi di riservatezza, che possono essere in capo a entrambe le parti o ad una sola di queste.

L’obbligo di riservatezza può quindi interessare uno solo dei contraenti (in tal caso si parla di accordo di riservatezza unilaterale) o entrambe le parti (in tal caso si parla di accordo di riservatezza bilaterale). Nel primo caso una parte detiene le informazioni riservate e deve necessariamente condividerle con l’altra parte per la realizzazione del progetto comune. Nel secondo caso tutte e due le parti detengono informazioni confidenziali, che devono rivelare all’altra parte per la realizzazione del progetto comune e ciascuna parte ha l’onere di non divulgare le informazioni dell’altra parte.

È fondamentale che nell’accordo vengano specificate le modalità e i fini di utilizzo delle informazioni riservate e che venga individuato con precisione chi può essere autorizzato a conoscere le informazioni ritenute riservate e sotto quali condizioni. A garanzia delle informazioni affidate, le parti possono prevedere l’adozione di particolari misure di sicurezza tecniche e/o giuridiche.

Quando si tratta di preservare segreti aziendali e informazioni sensibili, l’accordo di riservatezza e non divulgazione può essere veramente un ottimo scudo legale, a patto che sia ben scritto (meglio se con l’aiuto di un legale esperto) al fine di minimizzare i rischi e sfruttare tutti i vantaggi che questo strumento offre.

Antonino Salvaggio – Centro Studi CGN

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