Stando alle ultime dichiarazioni dei vertici dell’Agenzia delle Entrate, nelle prossime settimane l’attesissimo software del redditometro che servirà ai contribuenti per misurare le spese in funzione del reddito accertabile verrà reso disponibile.
La disciplina del nuovo redditometro è contenuta nell’art. 22 del D.L 78/2010 che ha riscritto l’art. 38 del DPR 600/1973. La norma novellata contiene due strumenti utilizzabili dal fisco:
- L’accertamento sintetico puro, previsto dal comma 4 del nuovo art. 38, che consente all’amministrazione finanziaria di determinare sinteticamente il reddito complessivo del contribuente sulla base delle spese di qualsiasi genere sostenute nel corso del periodo d’imposta;
- Il redditometro che permette di determinare sinteticamente il reddito sulla base del contenuto induttivo di specifici elementi indicativi di capacità contributiva, che devono essere individuati con decreto ministeriale.
Il nuovo redditometro individua 7 categorie di spesa per 100 voci suddivise in 55 gruppi omogenei. L’elencazione delle voci comprende le abitazioni, i mezzi di trasporto, le assicurazioni, gli investimenti, i mutui e altre spese significative. Ogni spesa ha un peso diverso, ai fini della determinazione redditometrica, in funzione del gruppo omogeneo di appartenenza del soggetto controllato. A tal fine sono state individuate 55 aree geografiche e 11 diverse tipologie di nuclei familiari. Così il reddito di chi acquista un’auto in una Regione dal reddito medio-basso sarà calcolato con un peso specifico superiore rispetto a chi compra la stessa auto in una Regione a reddito più alto.
Sulla base degli strumenti a disposizione dell’Agenzia è possibile individuare le seguenti fasi:
- Utilizzo software Redditest. Non si tratta del sofware specifico del redditometro, bensì di uno strumento che consente all’Agenzia delle Entrate di selezionare i soggetti da sottoporre all’accertamento da redditometro. Si tratta di un prodotto informatico che elabora un test, è disponibile direttamente online ed è liberamente accessibile a chiunque. In base all’esito elaborato dal software Redditest i contribuenti potranno modificare i loro comportamenti dichiarativi per evitare di “cadere nella rete” del controllo effettivo da redditometro;
- La funzione del Redditest è quella di consentire all’Agenzia delle Entrate di selezionare i contribuenti che presentano un rischio medio di evasione. A questi verrà inviato un questionario o, in alternativa, verranno convocati per fornire le informazioni di spesa su cui si fonda il redditometro vero e proprio, informazioni di cui il fisco non sempre dispone. E’ il caso di evidenziare che i contribuenti con rischio elevato di evasione saranno assoggettati agli ordinari accertamenti, mentre i contribuenti con un rischio basso non saranno assoggettati ad alcun controllo;
- L’ultima fase, infine, è l’accertamento redditometrico vero e proprio. L’Ufficio, una volta esaminati i dati a disposizione e quelli forniti dal contribuente attraverso il questionario, effettuerà uno o più contraddittori, obbligatoriamente previsti dal nuovo articolo 38, comma 7, del DPR 600/1973, durante i quali il contribuente potrà giustificare l’eventuale scostamento tra il reddito dichiarato e quello presunto. Nel caso in cui le giustificazioni non siano ritenute sufficienti o comunque non si trovi un accordo con l’ufficio in sede di accertamento con adesione, si procederà alla notifica dell’avviso di accertamento.
Non mancano i dubbi e le perplessità legate al nuovo strumento accertativo. In particolare ci sono le questioni legate:
- al peso assegnato alle varie voci analizzate, per stabilire il reale tenore di vita e lo scostamento tra quest’ultimo ed il reddito dichiarato oltre il quale far scattare i controlli;
- ai coefficienti di moltiplicazione legati alla ricchezza dell’area geografica nella quale si risiede nonché alla composizione del nucleo familiare. Si tratta di coefficienti che hanno creato notevoli problemi nell’ambito dello strumento degli studi di settore;
- all’eccessiva invasività, in quanto è stato sostenuto che il redditometro rappresenta una sorta di studio di settore applicato a tutti i contribuenti.
Sulle potenzialità del redditometro per contrastare l’evasione ci sono molte aspettative da parte del Fisco.
L’obiettivo finale, come sostiene Befera, dovrebbe essere quello di incentivare un meccanismo di compliance, ovvero la propensione a dichiarare l’effettivo reddito da parte dei contribuenti.
E’importante che il redditometro arrivi pronto alla vera prova sul campo, così da poter valutare con cognizione di causa (e autorevolezza) la posizione di circa 22 milioni di famiglie, pari a 50 milioni di contribuenti. Si spera, altersì, che il redditometro, come affermato dal presidente del CNDEC Siciliotti, non si trasformi in un meccanismo automatico con valore legale con inversione dell’onere della prova a carico del contribuente.
Spetterà quindi alle categorie produttive e sociali vigilare sull’equità dei parametri, scongiurando la messa in opera di potenziali “studi di settore per famiglie”.
Nicolò Cipriani – Centro Studi CGN